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Pelle sporca

Pelle sporca

Non ho un tatuaggio e non me ne vanto, adoro però guardarli, raccontano storie o spesso sono solo attimi ti noia, ribellione, dolore, moda. I segni sulla pelle ci sono sempre stati e paradossalmente solo da pochi decenni vengono accettati socialmente e non sempre. Ne apprezzo la tecnica, il coraggio contro il pregiudizio, ne riconosco a volte l’aspetto compulsivo nell’esagerazione. Qui di seguito un pò di storia di cui l’arte del tatuaggio è protagonista e non roba necessariamente da sbandati.

Le radici antiche dei tatuaggi

I tatuaggi hanno una storia che risale a migliaia di anni fa. Le prime tracce di tatuaggi risalgono al Neolitico, con ritrovamenti di mummie tatuate in varie parti del mondo. La più famosa di queste è Ötzi, l’uomo del ghiaccio, trovato sulle Alpi tra Austria e Italia e risalente a circa 3300 a.C. I suoi tatuaggi, costituiti da linee e croci, sono considerati tra i più antichi esempi conosciuti.

I tatuaggi nell’antico Egitto e nelle civiltà mediterranee

Nell’Antico Egitto, i tatuaggi erano utilizzati principalmente per scopi religiosi e di guarigione. Le mummie egiziane, come quella della sacerdotessa Amunet, mostrano tatuaggi intricati che rappresentano simboli sacri e motivi protettivi. Anche altre civiltà del Mediterraneo, come i Greci e i Romani, adottarono il tatuaggio, sebbene spesso per marchiare schiavi e criminali.

Le tradizioni di tatuaggio in Asia

In Asia, i tatuaggi hanno una lunga tradizione, specialmente in Giappone e in Cina. In Giappone, l’irezumi, l’arte del tatuaggio tradizionale, risale almeno al periodo Jomon (circa 10.000 a.C.). I tatuaggi giapponesi, caratterizzati da motivi complessi e dettagliati, hanno avuto diversi significati nel corso della storia, dai simboli di status e protezione ai segni di criminalità e punizione. In Polinesia, il tatuaggio è sempre stato un rito di passaggio e un simbolo di identità e rango sociale. I disegni polinesiani, noti come tatau, hanno influenzato profondamente la cultura del tatuaggio in tutto il mondo.

Il tatuaggio nell’Europa medievale e rinascimentale

Durante il Medioevo in Europa, il tatuaggio perse popolarità a causa delle influenze cristiane che lo associavano al paganesimo e alla barbarie. Tuttavia, i crociati e i pellegrini spesso si tatuavano croci e simboli religiosi per dimostrare la loro fede e i loro viaggi in Terra Santa. Durante il Rinascimento, con la riscoperta delle antiche culture, il tatuaggio cominciò lentamente a riapparire, anche se in modo limitato.

L’epoca moderna e l’espansione dei tatuaggi

Nel XVIII e XIX secolo, l’esplorazione europea dei mari del sud portò alla riscoperta delle tradizioni tatuatorie polinesiane. I marinai occidentali, affascinati dai tatuaggi polinesiani, iniziarono a farsi tatuare durante i loro viaggi. Questa pratica si diffuse rapidamente tra i marinai, diventando una parte integrante della loro cultura. Fu in questo periodo che la parola “tattoo” entrò nel vocabolario occidentale, derivata dal termine polinesiano “tatau”.

Il tatuaggio nel XX secolo: dalla ribellione all’arte

Nel XX secolo, i tatuaggi passarono attraverso vari fasi di accettazione e rifiuto. Negli anni ’20 e ’30, i tatuaggi erano spesso associati a marinai, gangster e circhi. Tuttavia, negli anni ’60 e ’70, i tatuaggi divennero simboli di ribellione e controcultura, con il movimento hippy e punk che li adottarono come segni di individualità e dissenso.

L’evoluzione contemporanea del tatuaggio

Oggi, i tatuaggi sono ampiamente accettati nella società e sono considerati una forma di arte e di espressione personale. Con la diffusione della cultura pop e l’influenza delle celebrità, il tatuaggio è diventato un fenomeno mainstream. I tatuatori sono riconosciuti come artisti e le tecniche di tatuaggio si sono evolute notevolmente, con l’introduzione di strumenti moderni e inchiostri di alta qualità. I tatuaggi oggi spaziano dai disegni minimalisti ai grandi capolavori artistici, riflettendo la diversità e la creatività delle persone che li portano.

L’origine dei tatuaggi e la loro evoluzione sono un riflesso della storia umana stessa. Da simboli sacri e protettivi a marchi di punizione, da segni di ribellione a forme di arte riconosciuta, i tatuaggi hanno sempre avuto un significato profondo e personale per chi li porta. Oggi, continuano a essere un mezzo potente di espressione personale e culturale, celebrando la diversità e la creatività dell’umanità.